Il Progetto di Vita

della persona con disabilità

Orientamenti, metodologie e strumenti

Nel sistema dei servizi per le persone adulte con disabilità cresce l'esigenza di individuare e sperimentare forme innovative di sostegno ed accompagnamento, sulla spinta di una mutata sensibilità sociale ed educativa che coglie l’insufficienza delle risposte in essere rispetto alla pluralità e complessità dei bisogni delle persone e delle loro famiglie. 

Gli stessi genitori, più acculturati ed informati di quelli della prima generazione, chiedono ai diversi interlocutori risposte maggiormente orientate alla dignità, alla realizzazione personale, all’autonomia dei loro figli in contesti di inclusione sociale e lavorativa. 

Tali principi sono stati introdotti dalla Legge n. 227/2021 e sanciti dal Dlgs. n. 62/2024: "Definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base, di accomodamento ragionevole, della valutazione multidimensionale per l'elaborazione e attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato".

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Il paradigma dei diritti, oltre l'assistenza

La Convenzione ONU sui diritti delle Persone con disabilità, approvata nel 2006 e ratificata dal Parlamento italiano il 3 marzo 2009, con Legge n. 18, segna un cambio di rotta nel modo di concepire i servizi e i percorsi di accompagnamento rivolti alla disabilità adulta. 

Nell'affermare l’universalità, l’indivisibilità, l’interdipendenza e l’interrelazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, la Convenzione prefigura un modello di società in cui anche alle persone con disabilità siano garantiti i medesimi diritti di tutti.

Tale evoluzione culturale richiede la modifica dei contesti di vita secondo i principi dell'accessibilità e dell'accomodamento ragionevole. Anche i servizi rivolti alle persone con disabilità, spesso ancora concepiti secondo logiche di tipo assistenziale che delineano percorsi speciali diversi da quelli normotipici, richiedono di essere ripensati alla luce dei principi di uguaglianza e pari opportunità affermati dalla Convenzione e dalla recente normativa.

La Classificazione ICF

Con la Classificazione ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health ), pubblicata nel 2001 e nella versione per bambini ed adolescenti nel 2007 (ICF-CY), l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha introdotto un modello antropologico in cui il “funzionamento umano” è osservato secondo la prospettiva bio-psico-sociale. 

L’ICF segna il superamento della prospettiva medica, centrata sui deficit, a favore di una visione più complessa che chiama in causa l'ambiente di vita delle persone, precedendo la Convenzione Onu. L'ICF mette in discussione anche il concetto di "gravità", misurata a partire dalle condizioni sanitarie individuali e fondamentalmente statico, a favore di valutazioni evolutive basate sull'interazione della persona con i contesti, che contribuiscono in maniera sostanziale ai suoi "funzionamenti" o alle sue disabilità.

In Italia, purtroppo, la Classificazione ICF è stata utilizzata per la disabilità adulta quasi esclusivamente per la definizione di livelli di gravità (es. SVaMDi), mentre è rimasta in ombra la possibilità di utilizzare l'ICF come strumento a sostegno di percorsi di vita all'insegna della piena cittadinanza. Gli stessi operatori, formati sull'ICF per la valutazione di gravità, hanno maturato un atteggiamento di chiusura rispetto alla possibilità di utilizzare la classificazione per l'elaborazione di progettualità che promuovono diritti e qualità di vita.

La recente normativa sull'inclusione e le pari opportunità

Il DLgs. n. 66/2017, relativo alle Norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità, prescrive l’adozione del modello ICF nelle scuole e, modificando l'art. 14 della L. 328/2000 (legge quadro sui servizi sociali), introduce il Profilo di Funzionamento come base del Progetto individuale anche per l'età adulta.  Il Decreto n. 66, modificato e migliorato ad agosto 2019 con il D.Lgs n. 96, afferma il diritto all'autodeterminazione delle persone con disabilità fin dalla minore età, prevedendo il coinvolgimento diretto loro e dei familiari nelle valutazioni e nella definizione delle progettualità che li riguardano.

Il DLgs. n. 62/2024, recante: Definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base, di accomodamento ragionevole, della valutazione multidimensionale per l’elaborazione e attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato, riforma in modo sostanziale i riferimenti legislativi (in particolare la Legge n. 104/1992) e culturali in attuazione della Convenzione ONU sui diritti delle Persone con Disabilità

Tutti questi elementi spingono gli operatori ad un'evoluzione culturale, metodologica e strumentale che questo intende sostenere. Nello specifico si offrono alcuni strumenti gratuiti per i servizi pubblici e privati per la disabilità adulta che elaborano progettazioni a sostegno di una vita dignitosa e di qualità.

Contatti

E' possibile richiedere un supporto formativo e consulenziale per l'utilizzo dell'ICF nei servizi, per la definizione di un progetto di vita orientato dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.